Interpol, Corte penale internazionale e magistratura sono stati chiamati in causa dal ministro della Giustizia Carlo Nordio e dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che hanno esposto alla Camera dei deputati e al Senato la propria versione dei fatti sul caso Almasri. L’opposizione attendeva risposte sulla condotta del governo, che ha prima arrestato e poi rilasciato il capo della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish nonostante pendesse su di lui un mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità e crimini di guerra, rimpatriandolo a Tripoli su un aereo di Stato italiano. Assente il presidente del consiglio, meloni, i due ministri hanno risposto alle domande dell’opposizione.
Il ministro Nordio ha ribadito che la comunicazione della questura al ministero – che deve essere obbligatoriamente informato nel caso di un mandato di arresto internazionale – è arrivata ad arresto già avvenuto. Ha accusato l’Interpol di aver trasmesso una comunicazione “assolutamente informale, priva di dati identificativi. Non era nemmeno allegata la richiesta di estradizione”. Ha dato addosso alla Corte penale internazionale, dichiarando che il mandato di arresto internazionale, emesso il 18 gennaio, mancava completamente di coerenza, era “in lingua inglese senza essere tradotto e con vari allegati in lingua araba”, ed ha aggiunto: “È mia intenzione, ha aggiunto, chiedere alla Cpi giustificazione sulle incongruenza di cui è stato mio dovere riferire”.
Il Guardasigilli ha poi attaccato la magistratura per le accuse di favoreggiamento e peculato, parlando di un “intervento sciatto” che rende il dialogo estremamente difficile. “Mi ha deluso l’atteggiamento di una certa parte della magistratura che si è permessa di sindacare l’operato del ministero senza aver letto le carte”.
Nella sua informativa, Piantedosi ha escluso ogni pressione da parte delle autorità libiche. Almasri “non è mai stato un interlocutore del governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio. Smentisco, nella maniera più categorica, che il governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque”.
“L’espulsione di Almasri è da inquadrare (per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione) nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell’ordine pubblico“. Riguardo all’aereo usato per trasferire Almasri, poi, il ministro dell’Interno ha spiegato che la modalità di rimpatrio è in linea con quanto avvenuto in numerosi analoghi casi anche in anni precedenti e con governi diversi dall’attuale.
“La presidente Meloni scappa dal Parlamento, un grande atto di viltà istituzionale. Nordio giudice assolutore di Almasri, si deve vergognare”, ha detto il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. “Meloni manca di rispetto al Paese e assomiglia più a un presidente del coniglio, il Guardasigilli parla da avvocato difensore di un torturatore“, ha affermato la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. Alla fine dell’intervento della lora segretaria i deputati del Pd hanno esposto dei fogli raffiguranti dei conigli con su scritto “Meloni dove sei”, “Meloni patriota in fuga”. I deputati di Alleanza Verdi Sinistra hanno esposto delle locandine che mostrano i segni di tortura sui corpi dei migranti detenuti nelle carcere libiche gestite da Almasri.
