Sono stati fissati per lunedì i primi interrogatori dei lobbisti coinvolti nello scandalo del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei. Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Soir, le euromazzette sarebbero consistite in regali, viaggi, biglietti per le partite di calcio, e forse dei bonifici transitati su alcune società portoghesi, anche queste perquisite dagli agenti federali. L’inchiesta «Generation», generata dai servizi segreti belgi, coinvolgerebbe eurodeputati attuali, passati e loro assistenti. Sarebbero una quindicina le persone finite nel mirino dell’inchiesta e in questi due giorni sono scattate una ventina di perquisizioni, in gran parte a Bruxelles. Nell’indagini sarebbero finiti anche alcuni italiani. Uno dei due uffici al Parlamento Ue a cui sono stati messi i sigilli è quello di un assistente che segue alcuni membri della delegazione di Forza Italia.
In manette è finito, tra gli altri, l’italo belga Valerio Ottati, considerato dai magistrati il perno dell’indagine per il suo ruolo di direttore degli affari pubblici dell’ufficio Huawei a Bruxelles. Un incarico assunto dal 2019, da quando cioè, secondo gli inquirenti, la società avrebbe cercato di promuovere la sua tecnologia 5g in Europa. Prima di approdare alla società del dragone, Ottati era stato anche assistente parlamentare di due deputati, uno di Fi e uno del Pd.