Protetti o protagonisti

Protetti o protagonisti: con soli due termini il presidente Mattarella ha definito le due opzioni che oggi si prospettano all’Europa. Da una parte c’è chi non tollera che l’Europa conti nello scacchiere mondiale ,dall’altra tante nazioni del Vecchio Continente che ancor oggi si ostinano a non voler capire che da sole contano poco, invece moltissimo o comunque molto se uniti nell’Unione Europea.

Trump si sta assumendo il ruolo di protagonista assoluto della vita del mondo occidentale, sta cercando di imporre una triade di paesi, Stati Uniti, Russia e Cina, che si divideranno insieme la storia attuale dell’umanità.

Ha preso contatti con Putin per la pace in Ucraina e intende andarla a discutere da solo passando sulla testa di Ucraina e degli stati europei che hanno dato solidarietà ed aiuti a Kiev. Come se il quasi milione di morti ucraini non dovesse contrare, come se l’Europa si dovesse affidare a lui per la sua sicurezza.

La sua America darà copertura solo se i singoli stati che ne fanno parte concorrano col cinque per cento del proprio Pil alle spese per la difesa. Possibilmente – non la detto ma è un retropensiero di chi scrive – con l’acquisto di armi nelle ditte americane, con addestramento dei soldati con istruttori americani per farne poi della allenata carne da macello.

A sommesso avviso, fra una Russia degradata a potenza regionale (lo ha dimostrato la sua efficienza bellica che deva acquistare armi addirittura dall’Iran e rivolgersi alla Corea del Nord per mandare uomini sul campo di battaglia) vuole concedere a Putin un ruolo di potenza mondiale per non creare un asse Mosca e Pechino.

Non gli passa nemmeno per la testa che una Unione Europea forte potrebbe e dovrebbe essere la sua alleata naturale. Il suo vice ieri l’altro a Monaco ha dichiarato che difettano di democrazia i paesi europei! Il quesito che si debbono porre prima dei loro statisti le popolazioni europee è se vogliono essere “protagoniste della loro vita o soltanto dei “protetti”. La domanda se la deve porre anche l’orgoglio inglese .

Titta Rizza

By Redazione

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