Domani avrà inizio il Conclave per la nomina del successore di Papa Francesco e la Santa Sede scopre di dovere fare i conti con un deficit strutturale sopra i 77 milioni, con bilanci in rosso per colmare i quali non bastano le entrate dei e Musei Vaticani. problemi economici però persistono, e sono quelli legati ai conti pubblici della Santa Sede. Da un lato le spese continuano ad aumentare, come spiega Milano Finanza, dall’altro le entrate, in particolare quelle dalle donazioni dei fedeli, diminuiscono costantemente. Il risultato è che il Vaticano è in deficit strutturale per oltre 70 milioni circa all’anno.
Il Vaticano ha ricavi di poco superiori al miliardo di euro. La Santa Sede propriamente detta ha un patrimonio stimato in circa 4 miliardi di euro. E può contare solo sugli incassi dei Musei Vaticani, sui turisti di San Pietro, sui diritti dei libri del Papa e di altre pubblicazioni, e poi su quanto arriva dalle due vere macchine economiche: l’Apsa (l’organismo economico della Curia romana) e il già citato Ior.
Per contrastare i problemi economici Papa Francesco aveva anche scelto di dare una stretta alle spese: ai cardinali aveva tagliato gli affitti di favore per i loro appartamenti e poi aveva ridotto di circa il 10% quello che una volta si chiamava “piatto cardinalizio”, ovvero lo stipendio (in media oltre 5 mila euro al mese). Lo scorso febbraio, prima di essere ricoverato al Gemelli, Bergoglio aveva anche chiesto l’istituzione della Commissio de donationibus pro Sancta Sede: una commissione per “incentivare le donazioni con apposite campagne presso i fedeli, le Conferenze episcopali e altri potenziali benefattori”.