Ponte sullo Stretto, Anac: “Attenzione ai vincoli europei”

Il presidente dell’Anac Giuseppe Busia è stato audito dalle commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera a proposito del progetto relativo alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. IL presidente dell’Anticorruzione così si è espresso: “Parto dall’articolo 1 e dal ponte. Si ripropone un tema già da me sollevato con il decreto 35 del 2023 e riguarda i vincoli europei con riferimento alla grande opera. La direttiva europea richiede che non ci si discosti dai costi più del 50 per cento del valore messo ordinariamente in gara. La ratio della disposizione europea è questa: si è ricorsi al mercato su una certa cifra e non ci si può allontanare troppo”.

“Voi parlamentari – ha detto il presidente dell’Anac – siete chiamati a deliberare e si sceglie con l’articolo 1 di fornire un’indicazione univoca sul valore al quale fare riferimento. E viene individuato in quello del 2012. Qual è il problema? Il valore messo a gara era molto inferiore, quasi la metà di quello considerato oggi. Ora si chiede al legislatore d’intervenire, individuando come valore quello successivo. Si pone un problema rilevante. Ci sarà una copertura di tipo normativo, con la ratifica del Parlamento, in termini di responsabilità, ma il legislatore nazionale non può derogare all’articolo 72 (direttiva UE 24/2014, il limite del 50% dell’importo contrattuale originario per lavori, servizi o forniture supplementari, n.d.r.). Il mio suggerimento collaborativo è di prevedere come garanzia, in una fase in cui non abbiamo il progetto esecutivo, una formale interlocuzione con le istituzioni comunitarie per valutare quest’aspetto. Tutto ciò si aggiunge al problema dell’assenza di un progetto esecutivo come effetto di una scelta di un precedente decreto, sul quale noi ci eravamo permessi di fare osservazioni. Il progetto esecutivo sarà approvato per fasi successive. Non si ha una visione complessiva e l’incertezza si riflette sui costi”.

Per Busia, “sarebbe auspicabile che nel frattempo si arrivasse al progetto esecutivo complessivo in modo da fornire al governo e al Parlamento una visione chiara di quali siano almeno i costi iniziali, perché poi sappiamo che dopo ci possono essere delle varianti e la storia insegna che spesso aumentano i costi. Ma non essendo stata fatta la gara, e quindi essendo al limite della soglia di tolleranza, anche nell’interpretazione più benevola questo sarebbe molto importante”.

 Rileva il presidente dell’Anac: “Una opera di queste dimensioni, anche finanziarie, richiede un innalzamento delle verifiche. Il governo aveva intenzione di intervenire, con un altro decreto, rafforzando le verifiche antimafia. Questo decreto può essere l’occasione per prevedere da un lato l’utilizzo della progettazione di tutti gli elementi di digitalizzazione dei cantieri, così da verificare tutte le imprese, anche quelle in subappalto, dove si verificano più volte le infiltrazioni antimafia, e nello stesso tempo garantire la sicurezza dei lavoratori. Una modifica, che credo che possa essere condivisa da tutti, potrebbe essere quella di abbassare le soglie antimafia, estendendole anche alle imprese che hanno affidamenti sotto i 150 mila euro. In relazione al ponte, occorre pure un aggiornamento dei prezzi per gli altri contratti”.

L’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha sottolineato che il passaggio “da 8,5 miliardi di euro stimati nel 2011 ai 13,5 miliardi del Def 2024 non è riconducibile a maggiori opere, bensì al significativo aumento dei prezzi registrato negli ultimi due anni”.

By Redazione

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